Non c’è evoluzione senza cambiamenti

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Studio di Riabilitazione Neuro-psicomotoria

La pandemia ci ha messo davanti a due realtà: da una parte c’è la didattica a distanza, dall’altra c’è scuola in presenza. La migliore?

Ci stiamo provando a ricostruire un’altra normalità e, come al solito, i più bravi sono sempre i nostri figli. Si sono adattati a rimanere chiusi in casa per due mesi, incoraggiando noi, adulti, con arcobaleni disegnati e dipinti e l’augurio che “tutto sarebbe andato bene”.

Hanno sperimentato la DAD, anche chi, come i miei figli, non aveva mai messo mani sopra ad un computer. Ed ora con il sorriso coperto da una mascherina, che devono indossare per sei ore, hanno ripreso la frequenza scolastica.

In questi giorni è forte la preoccupazione relativa alla possibilità che le scuole possano chiudere nuovamente, lasciando spazio alla DAD.

Ma oltre ai sentimenti personali che legano ovviamente e naturalmente il bambino alla scuola (professori, rapporto con i compagni, spiegazioni dettagliate nel programma) quali sono le paure che suscita in noi, genitori, la DAD?

Penso che una delle principali problematiche della DAD sia che purtroppo non può ancora essere un valido strumento alternativo per tutti. Un bambino della scuola primaria che sta imparando a leggere e scrivere non può assolutamente rapportarsi con questi meccanismi. Nella scuola secondaria di primo grado può funzionare solamente se tra l’istituzione e la famiglia c’è una collaborazione a 360 gradi, perché i nostri ragazzi non possono ancora essere lasciati da soli.

Sicuramente, nella scuola secondaria di secondo grado se c’è autonomia e responsabilità da parte dello studente i risultati possono vedersi.

Ma quando parliamo di disabilità, che cosa fare con la DAD?

Certamente, dipende dal tipo e dal livello di disabilità e da quanto la scuola voglia “mettersi in gioco” con i nostri figli.

La mia esperienza, fortunatamente, è stata molto positiva, ma so benissimo che purtroppo per moltissime famiglie non è stato così.

Ormai dobbiamo accettare che il lavoro online fa parte delle nostre vite ed io sono molto fiduciosa per i miei figli. Con la fiducia che riusciranno ad estrapolare le loro mille idee, le loro mille potenzialità e ad incanalarle nei giusti modi.

Laura Lorenzini

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