L’ADHD si può considerare deficitario per quel che riguarda le funzioni logiche, mantenendo una predominanza per le funzioni intuitive e sensoriali, con la tendenza a essere spesso distratto da stimoli esterni quando sarebbe necessario essere concentrati su un compito.
Sappiamo oggi che chi ne è affetto presenta una diminuzione dell’efficacia delle funzioni esecutive, della memoria di lavoro, e un rallentamento nell’elaborazione delle informazioni a causa del deficit di selezione.
Nella letteratura scientifica con il termine di “Funzioni Esecutive” (FE), ci riferiamo ad una serie di processi necessari a mantenere un’appropriata modalità di problem-solving. Attualmente la maggior parte dei ricercatori tende a considerare le FE come un insieme funzionale in cui sono racchiuse diverse abilità cognitive (inibizione, flessibilità, pianificazione, memoria di lavoro, fluenza, generalizzazione e attenzione selettiva), con caratteristiche parzialmente indipendenti e con probabili differenze d’influenza in base all’età.
La Memoria di Lavoro (ML) permette di mantenere attive le informazioni per il tempo necessario a svolgere un’azione e fornisce inoltre il senso del tempo che è necessario per gestire un compito; consente la retrospezione, vale a dire la capacità di ricordare lo scopo e la previsione, estrapolando dal contesto gli elementi necessari per raggiungere l’obiettivo.
Cornoldi et al. (2007) ritengono che nei soggetti con ADHD ci sia:
a) un deficit delle FE, che spiega le difficoltà di elaborazione delle informazioni e di inibizione della risposta;
b) un’eccessiva sensibilità ai rinforzi, cioè l’incapacità ad attendere una gratificazione posticipata;
c) un deficit motivazionale, per cui i soggetti con ADHD non presterebbero attenzione proprio a quelle attività che non riescono a suscitare il loro interesse;
d) un deficit nella regolazione degli stati fisiologici;
e) l’attivazione prolungata dell’organismo in risposta alle stimolazioni esterne.
Questo rappresenterebbe la causa dei continui fallimenti nell’output delle risposte cognitivo-comportamentali.
Capiamo come una compromissione della ML e in generale delle FE ci aiuta a comprendere come i soggetti con ADHD abbiano difficoltà serie a gestire un compito e organizzarlo nel tempo e a gestire se stessi nell’attesa che il tempo scorra, dal momento che la compromissione ha effetti anche sulla percezione della realtà in cui essi sono immersi.
Un suggerimento di orientamento terapeutico psicoeducativo, che tiene conto di questi dati, oltre all’aiuto farmacologico, è quello di lavorare su 4 obiettivi.
Il primo è l’aumento dei livelli di attenzione, per migliorare l’efficacia delle funzioni esecutive e far accettare la presenza dell’altro nel tempo e nello spazio del soggetto. Soltanto dopo aver aumentato questi livelli, si può procedere verso le altre 3 aree disfunzionali e difficili da gestire per la quotidianità: la noia, la provocazione, l’accettazione di sé.
A cura della dr.ssa Antonietta Verde e del dr. Francesco Impagliazzo
La dr.ssa Antonietta Verde è Educatrice Professionale e Responsabile del settore della Disabilità, presso la Cooperativa “12 Stelle San Michele” di Ischia. Si occupa da anni di terapia comportamentale e cognitiva, per soggetti con disabilità di vario tipo, tra cui autismo, ritardi cognitivi, ADHD, svolgendo inoltre servizio di consulenza scolastica e familiare